In questo articolo andremo ad analizzare 3 comportamenti che ci spiegano perchè i social network ci stanno cambiando la vita. Senza rendercene conto, sono passati più di 10 anni (e per alcuni anche 15) dal nostro primo account su Facebook. Ed è così che mentre prima visitavamo i posti, le mostre, gli eventi con più leggerezza, adesso diventa quasi obbligatorio dover scattare una foto e pubblicarla in diretta su una qualsiasi piattaforma social per certificare che esistiamo, siamo forti, siamo unici.

Nello specifico vedremo:

  1. Fotografo quindi sono: la foto garantisce al nostro pubblico la nostra esistenza;
  2. Parlo quindi sono: poco importa il contenuto, spesso vince chi parla/scrive/commenta di più;
  3. Taggo quindi sono: per dare l’idea di appartenenza ad una community devo sfruttare i meccanismi del tag.

Per esempio, avete mai sentito il bisogno di scattare una foto a tutti i costi per far morire di invidia un vostro conoscente?

  1. Probabilmente appartenete alla categoria 1 “Fotografo quindi sono”: ossia il vostro racconto sui social si base soprattutto sui media visivi. Non è un caso se anche a livello comunicativo/verbale usate molti verbi o modi di dire che richiamano il mondo delle immagini. Per esempio: invece di dire “Sono andato a quella mostra”, é probabile che direte “Ho visto/guardato/osservato la foto/il quadro/il video di quella mostra”.
  2. Oppure, vi capita spesso di preferire un messaggio vocale, al classico messaggio di testo su WhatsApp? Niente di strano se appartenete alla categoria 2Parlo quindi sono”: forse tra le vostre App preferite potrebbe esserci ClubHouse o magari altre app dedicate al mondo del podcasting.
  3. Inoltre in tante occasioni potreste sentire la necessità di taggare il brand (che magari sponsorizza una mostra, un aperitivo, ecc) per richiamare la sua attenzione. In questo caso vi trovate nella categoria 2Taggo quindi sono”

Tutte prassi normali, e sfruttate da milioni di persone che però ci fanno ragionare su un concetto: l’importanza dei social media nelle nostre vite, ossia come l’ecosistema social mediale stia andando pian piano a sostituire (o nella migliore delle ipotesi affiancarsi) alla nostro modo di interagire con il mondo circostante, con la nostra memoria storica, con il nostro linguaggio.

Deleghiamo la nostra vita alla semplicità dei social media che troppe volte divorano e mangiano i nostri contenuti, regalandoci un’illusione di serentià e di status simbol, che svanisce troppo spesso.

Un cerchio da cui è quasi impossibile uscirne, anche se sono sempre più frequenti i vari programmi/vacanze/eventi dedicati al mondo e al concetto del social detox.

Ad ogni modo, i social e il mondo digitale rimangono dei punti fermi del nostro futuro e sono sicuramente uno strumento fondamentale per lavorare, vivere in modo più intelligente, o meglio, smart. Dobbiamo solo cercare di viverli in modo più equilibrato e distaccato.

Massimo Demelas

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