I PODCAST sono entrati, con delicata prepotenza, in un nuovo mondo relazionale e comunicativo, più maturo, quasi alla pari della radio e della TV. Oltre che della stampa.

I podcast hanno fatto molto allenamento prima di questa fase: si sono preparati con anni di utilizzo da parte di un pubblico che già 10 anni fa, vedeva in questa modalità di comunicazione un modo utile per tenersi aggiornato su vari argomenti. C’era chi, prima di un lungo viaggio in macchina, si scaricava i podcast, quindi i racconti, di un designer o di un artista, chi ascoltava in treno l’ultimo episodio di un telefilm.

Ad oggi i PODCAST sono diventati un vero e proprio strumento e mezzo di comunicazione. Potente, comodo, rapido. Coinvolgente.

I podcast sono estremamente coinvolgenti.

Ma prima di andare avanti, rispondiamo a questa domanda:

COSA SONO I PODCAST?

Podcast significa “Personal Option Digital Casting” e deriva dall’unione di “iPod” + Broadcast.

I podcast sono come dei capitoli di un libro, ma, a differenza di questi ultimi, sono registrati e scaricabili dal web o, in alternativa, fruibili on-demand. Sono degli “episodi” da ascoltare, ma non in diretta (per quello c’è sempre la radio).

I podcast hanno sempre più successo, probabilmente per 3 motivi:

  1. La voce, oltre che essere un mezzo di comunicazione, è anche un potente strumento di marketing (pensiamo per esempio al social esploso nel 2020 Clubhouse, oppure ai vari device come Google Home o Amazon Echo).
  2. La voce è tremendamente coinvolgente.
  3. Abbiamo vissuto due anni di pandemia, che (tra le poche cose positive) ci hanno obbligato a scontrarci ed abbracciare il mondo digitale. Quì abbiamo scoperto nuovi modi di interagire e soprattutto “ascoltare” il mondo. Tra questi, appunto l’ecosistema del podcasting.

Oltre alla situazione legata al Covid, questo 2022 si è aperto con una nuova crisi mondiale: la Guerra in Ucraina.

Forse uno dei conflitti più “vicini” ai confini della nostra quotidianità. Ed è per questo che risulta normale voler (e pretendere di) essere informati 24 ore su 24 su tutto quello che succede al fronte: tra le parole più ricercate su Google nel mese di Marzo appare “Guerra + Ucraina”. Questa informazione la cerchiamo (per esempio) su Instagram tra un post pubblicato alle prime ore dell’alba, oppure tra le migliaia di storie.

È qui che sono venuto a conoscenza di un Podcast che seguo e apprezzo parecchio. Si chiama “Stories” della giornalista Cecilia Sala, promosso e supportato da Choramedia, ed “è la nuova serie podcast che vi racconta storie dal mondo, una ogni giorno. Cecilia Sala ne è autrice e voce, racconta gli Esteri attraverso i protagonisti, alcuni sono già molto famosi e altri ancora da scoprire. E attraverso le loro storie, rivela una parte di mondo: i contesti, le crisi e le buone notizie. Ma “Stories” non rimarrà in una stanza, vi porterà in trasferta con Cecilia per scoprire sul campo quello che succede nel mondo.”

Per conoscere e seguire Stories di Cecilia Sala, questo è il link.

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Il podcast “Stories” di Cecilia Sala, lo considero un vero dono del giornalismo. In pochi minuti riesce a rapirti e trasportarti in quel mondo, duro e cruento, della guerra; delineando una visione chiara di quello che accade in Ucraina, in modo diretto e senza troppi giri di parole.

Sullo sfondo i tristi scenari del conflitto, il rumore del caos fatto di tanti innocenti che cercano la pace e scappano in cerca di un futuro migliore.

Potrebbe ricordare il celebre sceneggiato radiofonico War of the Worlds “La guerra dei mondi”, trasmesso il 30 ottobre 1938 negli Stati Uniti dalla CBS e interpretato da Orson Welles, in cui molti radioascoltatori credettero che stesse stesse veramente avvenendo uno sbarco di extraterrestri ostili nel territorio americano, nonostante gli avvisi trasmessi prima e dopo il programma. Ma in quel caso si trattava di pura finzione.

Adesso invece siamo davanti alla realtà della guerra: buia, catastrofica e cieca. E per fortuna ci sono dei fari, che riescono ad illuminare uno spiraglio di informazione (oltre al Podcast Stories, mi sento di ringraziare tutti gli inviati nelle zone calde del conflitto, che con coraggio portano avanti il loro lavoro).

Per concludere, i PODCAST stanno guadagnando spazio nel panorama digitale. E nel futuro, passeranno ad essere sempre più impattanti e considerati da un pubblico mainstream (lo stesso che adesso naviga con disinvoltura su Facebook, e scrive e comunica su Whatsapp).

E voi?

C’è un podcast che vi piace e seguite?

Massimo Demelas