Il claim dello Studio è “Alla base di tutto c’è l’idea“. Questo motto nasce nel 2011. Realizzavo una raccolta di lavori. Avevo necessità di un titolo.

Pensai a come le idee, anche le più semplici, se supportate e indirizzate nel verso giusto, possano realmente portare a delle evoluzioni, dei cambiamenti in positivo.

Mi era venuto in mente il trolley, la valigia con le rotelle. Per tanti anni nessuno aveva mai pensato che il peso di una valigia potesse essere annullato, o alleggerito, da delle semplici rotelle e da una comoda maniglia per trasportarla.

L’intuito lo ebbe un valigiaio del Massachusetts, Bernard Sadow, quando si trovava alla dogana di un aeroporto con due pesanti valigie. Vide passare un dipendente dello scalo con un pesante macchinario su un carrello. Così penso di sperimentare e brevettare la sua idea, che per molti anni venne ignorata.

Nel 1987 un pilota statunitense d’aereo di nome Robert Plath, fece produrre (inizialmente solo per i piloti) i trolley. Questa volta non più a quattro rotelle (come la prima invenzione di Bernard Sadow) ma bensì a due rotelle. Visto il successo di questo nuovo “mezzo”, il trolley si fece spazio anche tra i passeggeri e in breve tempo diventò il principale compagno di viaggio di tutti noi.

Perché parlo di teoria del Trolley? Per due semplici motivi.

Il primo: le idee, quelle nuove, destabilizzanti, diverse, quelle idee che spaccano in due la monotonia e portano una ventata di freschezza alla società, spesso sono idee che non vengono prese in considerazione. Ma non dobbiamo avere paura. La parola d’ordine è provarci, ma anche sbagliare, saper chiedere, informarsi. Non dobbiamo perdere coraggio se riceviamo porte in faccia. Ad ogni caduta segue una risalita. Ci vuole costanza, orgoglio, studio, applicazione. Se la nostra idea è stata bocciata, non significa che sia totalmente sbagliata. Magari necessita di ulteriore studio, forse di un’ulteriore limatura. Le idee se sono troppo spigolose, allontanano il nostro obiettivo. Meglio renderle più morbide, ma sempre mantenendo la loro aurea di autenticità ed energia. Se è vero che il primo inventore del trolley non ha avuto il successo che meritava, probabilmente è solo perché invece di quattro, avrebbe dovuto proporre due rotelle. Idem per la comunicazione della propria idea, per la presentazione del progetto, per lo studio del target: se conosci qualcuno più bravo di te in questi campi, affidati a lui, collabora. Tu hai avuto l’idea, ma non significa che hai le capacità per spiegarla al tuo pubblico.

Probabilmente, Robert Plath, si è trovato al posto giusto, al momento giusto. Perché aveva una necessità, quella di rendere più semplice gli spostamenti dei piloti. E aveva un target specifico: i piloti e gli assistenti di volo.

Ha portato un’evoluzione del concetto di spostamento, più che di viaggio. Se prima spostarsi da una parte all’altra di un aeroporto significava fatica, perdite di tempo, problemi, ora con la sua invenzione i piloti potevano camminare e arrivare al posto di lavoro con estrema facilità, magari sorseggiando un caffè.

Il secondo: le idee per essere vincenti devono essere comprese anche da un bambino. Se riesci a spiegare un’idea ad un bambino, allora sei sulla strada giusta. È più semplice trasportare una valigia pesante, o far scorrere un trolley? Già solo il fatto di far correre/scorrere la valigia crea un senso di gioco e divertimento che piace. Traduci quindi le tue idee in un linguaggio semplice, poche parole ma ben calibrate. Fa più rumore uno spillo che cade in una stanza silenziosa, che la folla che urla allo stadio. Il suono dello spillo lo capirai, sentirai. Sarà un suono unico. Nella folla dello stadio, non sentirai niente. Solo tanto rumore.

E voi? Avete qualche idea “Trolley”? Raccontalo anche tu, scrivi un commento!