Sto lavorando all’immagine coordinata di uno Studio Legale.
Abbiamo definito il marchio, un disegno con un tratto semplice e leggibile, identificativo di una realtà importante con alle spalle più di 30 anni di lavoro professionale.
Dopo l’ideazione del marchio (preceduta da una fase di brainstorming), ho fatto diverse prove con carta e matita.
È infatti fondamentale fare qualche bozza su carta prima di iniziare un qualsiasi progetto.
È la fase di studio forse più importante perché ti permette di capire se la strada creativa che vuoi percorrere è giusta/efficace oppure è soltanto legata ad un vano ego artistico.
Ho riprodotto il marchio in forma digitale solo dopo diversi bozzetti.
E allo stesso moda della “carta e matita”, una volta disegnato digitalmente, è importante stampare il marchio.
Effettuare diverse prove di stampa per essere sicuri che il marchio rispetti le principali regole legate alla comunicazione: tra queste soprattutto quella che evidenzia l’importanza di un “messaggio” chiaro ed efficace, leggibile, memorabile.
Il marchio prima di tutto deve essere identificativo ma soprattutto semplice.
Lo ripeto: un marchio ben fatto è un marchio che ha superato il test della complessità.
Togliere invece di aggiungere. Asciugare il più possibile la figura che abbiamo in mente.
In questo modo, sia ad una dimensione di 1 cm sia ad una dimensione di 1 metro, il nostro marchio sarà impattante e leggibile.
A livello di prove di stampa è fondamentale fare diversi ridimensionamenti del nostro marchio.
Partire quindi dal marchio con dimensione 100% e ridurlo fino al 10%. Se supera questa prova, sicuramente il marchio avrà una maggiore forza visiva.
In questi giorni sto elaborando diverse prove creative per coordinare il disegno del marchio e declinarlo a tutta l’immagine aziendale, a partire dalla carta intestata.
L’obiettivo è quello di rendere riconducibile all’identità dell’impresa ogni singolo elemento: che sia la carta intestata o il biglietto da visita poco importa. L’importante è che l’osservatore che prende in mano quel documento, lo sappia ricondurre al mondo di quel marchio. Se saremo bravi a comunicarlo con costanza e soprattutto in modo corretto, quel marchio potrà trasformarsi in un brand, quell’insieme di valori e aspetti tangibili e intangibili di un’impresa.
Ogni elemento deve quindi saper comunicare i valori dell’impresa.
E voi? Cosa pensate della comunicazione che vedete in giro? C’è qualche marchio che vi ha colpito?
Massimo Demelas
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